Ormai erano saliti and Subway train – E la storia cominciò

Ormai erano saliti and Subway train – E la storia cominciò

Ormai erano saliti, le porte si erano chiuse e la metro era partita. Inesorabilmente, senza appello, chi c’era, c’era„,peggio per lui o per lei. La Metro non era discriminatoria. La crudeltà del Caso, a molti noto come Azzardo, è forse l’unica forma di vera uguaglianza rimasta. E insomma la metro partì. Destinazione: più che ignota, inesistente. Sì, avete capito bene, non ce n’era alcuna. Ma non possiamo dirvi di più. C’era un uomo, baffetti grigi, zazzera brizzolata che rifletteva il sale e pepe della sua paura, non ancora rivelatasi pienamente, ma perché in effetti, ancora non sapeva che a breve, o a lungo, gli si sarebbero spalancati gli occhi sul motivo per cui avere davvero paura. L’uomo si aggrappava con lo sguardo a una donna dagli anonimi capelli castani, l’acquoso grigioverde degli occhi indeciso se prima stupirsi della strana atmosfera che aleggiava nel vagone o se infastidirsi per quegli sguardi supplicanti. “No, mi scusi, è che…” “… che non sa bene com’è finito qui. giusto?” rispose la donna. “non si preoccupi, ho già fatto altre volte questo viaggio e le posso garantire che non si muore” e socchiuse gli occhi grigioverdi, con un sorriso lieve. poi non disse più nulla. l’uomo non osava più guardarla direttamente, imbarazzato dalla risposta, e prese a scrutare le facce degli altri passeggeri in cerca di sostegno. un soffice ragazzotto sui venticinque anni si guardava attorno nervosamente ripetendo “mi sa che ho sbagliato linea” una donnina magra e piccola fissava dritto davanti a sé con occhi spenti e un orientale dal volto inespressivo studiava un depliant dai colori brillanti; nessuno sembrava consapevole, a parte...