A.17 – MeP

A.17 – MeP

Te ne sei andata Te ne sei andata lasciandomi detto cosa avresti preparato per pranzo. Non sono tornata non ti ho vista non mi hai salutata. Mi è mancato il coraggio di guardarti tra il nero e il bianco di scoprirti, immobile, nel limbo. Non me lo perdono e il senso di colpa è tagliente come un raggio di sole alle cinque. Te ne sei andata lasciandomi detto cosa avresti preparato per pranzo. Non mi hai riferito però come sopravvivere a questo non hai lasciato alcun biglietto. Ti è mancata la presunzione di spiegarmi come vivere hai solo lasciato che ti osservassi. Dicono tutti “inevitabile” come al mare quando si va a letto si han sempre i piedi sporchi di rabbia. Te ne sei andata ma resti Invisibile e presente Inconfondibile. A.17 . MeP MEP . Manifesto Ad oggi la poesia non possiede, nella volgare società contemporanea, il ruolo che dovrebbe, per ragioni culturali e storiche, spettarle. E non perché essa non sia ancora portatrice della capacità di comunicare e suscitare emozioni, sentimenti e fantasie, quanto perché, sebbene si continui a scriverla, non si continua a leggerla, preferendo basso e vuoto intrattenimento a più nobili e faticosi esercizi d’animo e di pensiero. Il MEP non intende ridefinire il concetto o circoscrivere la poesia ad un determinato “ismo”. Non vuole vincolarsi a un’omogeneità stilistica o tematica, poiché nasce come un movimento di emancipazione della poesia intesa nelle sue diverse forme. Il MEP si propone di restituire alla poesia il ruolo egemone che le compete sulle altre arti e al contempo di non lasciarla esclusivo appannaggio di una ristretta élite, ma...